Calze a cinque dita: Ortles lancia la “sfida” a Injinji
In un mercato di calze da trail running a cinque dita dominato da Injinji, è molto coraggioso proporre un alternativa.
Injinji è la storia delle calze a cinque dita. E’ anche il design nel campo delle calze a 5 dita.
Conosco Injinji da una decina di anni almeno, da quando causa un infortunio, ho dovuto iniziare a correre stile barefoot e sperimentare l’utilizzo delle Fivefingers.
Le calze Injinji migliorano il comfort in condizioni di freddo, e migliorano leggermente anche il comfort di marcia.
Si sente la differenza, nel correre con le Vibram Fivefingers con o senza i calze.
Vantaggi delle “cinque dita”
Ho sempre tenuto in alta considerazione l’utilizzo di questo tipo di calze, anche per correre con scarpe normali. A tal punto che le regalavo anche ad amici corridori, quando andavano ad affrontare ultra di 100 e più km.
Perché più a lungo si va, più aumentano le probabilità che possano formarsi vesciche. E questo tipo di calze diminuisce considerevolmente la possibilità della formazione di vesciche dovute a strusciamenti del piede non solo contro il tessuto della scarpa, ma anche tra le dita stesse.
Tuttavia negli anni ho continuato ad utilizzare anche calze da trail running normali, non perché ne sentissi bisogno, anzi, non le usavo nemmeno nelle mie corse quotidiane. Le utilizzavo per “professione”, perché mi occupavo di materiale tecnico per il trail running, e le calze, a mio avviso, erano importanti quanto le scarpe.
E, provandone di varie modelli, ho potuto riconoscere che molti avevano caratteristiche, relativi ai tessuti, che li rendevano superiori alle calze Injinji. Che, nonostante la presenza della fibra Coolmax, era si ben capace di lasciare asciutto il piede grazie alla sua capacità di trasportare via il sudore, ma è un tessuto che fa sentire la sua presenza.
Se mettete ad un piede un calzino Injinji, e ad un altra una calzino X-Socks Energizer o un Oxyburn Spike, beh, quello con gli Energizer o gli Spike vi sembrera’ non stia indossando un calzino!
Ortles Proto 1: prime impressioni
Ecco quindi che sono stato molto curioso di queste calze da trail running Ortles Proto 1, calzino pensato da un “tapascione” che ha esperienza sulle corse di lunga distanza, Michele Disconzi.
Tessuto
Il tessuto è fatto in Poliestere e Spandex, con la zona sul collo del piede e sotto l’arcata che presenta maggiore capacità elastica, mentre quelle a contatto con la pianta della scarpa sono rinforzati, non elastici, in modo da non provocare slittamenti tra piede e scarpa, specialmente quando bagnato – che potrebbe sfregare la pelle e provocare quelle vesciche che lessano la pelle sotto piede, provocando la perdita di brandelli che espongono la carne viva al contatto, rendendo difficile, impossibile il passo .
Calzata
Il collarino elasticizzato è spesso, fascia sopra la caviglia e non lascia quelle rigature da troppa pressione.
E’ facile calzarlo la prima volta, basta tirarlo e sembra che le ditine vadano ad avvolgere bene le dita del piede.
Ed è anche facile rivoltarlo dopo averlo tolto e messo ad asciugare.
Il Test
Li ho provati con diversi modelli di scarpe, con calzate molto diverse tra di loro. E l’ho calzate facendo confronto con una calza Injinji ad un piede, ed una Ortles all’altro.
La differenza al tatto si sente: l’Ortles Proto 1 mi sembra più “compatto”, meno spesso. Senza per questo dare impressione di essere più fragile, che possa consumarsi più presto.
E mi sembra di avere più “aria” tra le dita, come se il tessuto, meno spesso, riempisse meno l’interstizio tra la dita, con la sensazione di essere più libero.
Almeno questo lo posso provare io, che uso da anni fivefingers ed ho le dita meno compattate tra di loro di uno che ha praticato fin da piccolo calcio, o ciclismo, con quelle calzature che gli hanno “deformato” il piede.
Sensazione che è venuta a mancare quando ho indossato la Dynafit Ultra 100, una scarpa con la zona del puntale che compatta molto le dita tra di loro.
A differenza di scarpe con puntale più largo come le Saucony Peregrine 13 o la Icebug Outrun
Provate anche con la pioggia, il calzino non ha mai dato segno di scivolare tra piede e scarpa durante la corsa – questa stabilità è un pregio delle cinque dita! –
Per adesso li ho provati solo su distanze massime di 15km, adesso continueremo a lavorarci su per sapere come va sulla distanza. A presto
Visita il sito ORTLES RUN
Salve Gianluca,
ho visto che la Ortles offre diversi modelli di calze a cinque dita. Sapresti darmi maggiori informazioni sulle differenze, se ce ne sono, tra questi modelli e quali sarebbero le più adatte per la corsa su terreni sabbiosi?
Grazie anticipatamente per l’aiuto.
Cordiali saluti,
Alessandro
stiamo provando anche gli altri modelli, ti sapremo dire meglio a gennaio, dopo averci fatto qualche centinaio di km