Quando ci avventuriamo lungo un sentiero di montagna, sia per una gara, un allenamento oppure una semplice escursione, quasi sicuramente potremmo incontrare dei segnali o cartelli che ci guideranno verso la nostra meta. Queste indicazioni, o segnavia, non solo li potremmo trovare fisicamente sul sentiero, ma anche su supporti cartografici, fornendoci la possibilità di programmare, organizzare ed equipaggiarci al meglio, in base al contesto e le difficoltà morfologiche del territorio interessato. Prima di addentrarci nei dettagli tecnici, mi sembra corretto fare un piccolo passo indietro nel tempo, cercando l’origine di questa tipologia di indicazioni:

Le origini dei segnavia: in Europa, la storia della attuale segnaletica prende forma con la diffusione delle attività escursionistiche a cavallo tra il XIX e il XX secolo, promosse da associazioni alpinistiche come il Club Alpino Italiano (CAI), fondato nel 1863, con lo scopo di aiutare gli escursionisti a trovare la giusta via, ma la segnaletica dei sentieri affonda le sue radici nei primi spostamenti umani, tracce lasciate dai pastori, dai commercianti e dai pellegrini. Questi percorsi non avevano una segnaletica vera e propria, ma si basavano su punti di riferimento naturali come rocce, alberi o rilievi particolari. Col tempo le segnalazioni si sono evolute, adottando standard precisi per colori, simboli e materiali, rendendo i sentieri più facilmente riconoscibili.

Evoluzione nel XX secolo: la segnaletica si standardizzò alla fine Ottocento ed i primi Novecento, iniziando a distinguersi per l’uso di colori e simboli che aiutavano a identificare i percorsi. In Italia, il sistema bianco-rosso divenne un punto di riferimento adottato anche da altri paesi. Negli anni ’50-’70 in pieno boom economico e con l’aumento del turismo, ci fu un’espansione della rete sentieristica, svilupparono cartelli in legno o metallo per indicare direzioni, altitudini e tempi di percorrenza. Negli anni ’80 e ’90: l’avvento della cartografia digitale e il miglioramento delle mappe, ha reso possibile integrare le segnaletiche fisiche con rappresentazioni dettagliate su carta. Nella specialità del trail running, la segnaletica è stata personalizzata in via esclusiva per la giornata dell’evento, prontamente rimossa dagli organizzatori il giorno stesso o successivo della gara, in sovrapposizione di quella ufficiale, in quanto non sufficiente per il tipo di attività.

Forme, colori e significati: oggi, i segnavia sono regolati da norme precise, che possono variare leggermente da regione a paese. In Italia, il CAI ha definito un sistema standard:

Segnavia a strisce: due bande orizzontali di colore bianco e rosso sono il segnale più comune, spesso accompagnate da un numero identificativo del sentiero.

Cartelli direzionali: cartelli rettangolari indicano il nome della destinazione, la quota altimetrica e il tempo stimato per raggiungerla.

Simboli personalizzati: nelle gare di trail running, spesso si utilizzano frecce gialle o nastri segnaletici per guidare gli atleti lungo un percorso predisposto dagli organizzatori. I colori e i simboli non sono casuali. Ad esempio, il bianco e rosso è stato scelto per la sua visibilità in diverse condizioni di luce e vegetazione. In altri paesi, come la Svizzera, si usa il bianco e giallo per i sentieri escursionistici semplici, e il bianco-blu-bianco per i percorsi alpinistici più impegnativi.

Chi stabilisce i criteri? La segnaletica non è frutto di iniziative individuali, ma di un lavoro coordinato tra enti e associazioni. In Italia, il CAI è uno dei principali attori responsabili, insieme alle amministrazioni locali e ai parchi naturali. Questi enti collaborano per creare una rete di sentieri ben segnalati e sicuri, classificando i percorsi in base alla difficoltà:

T (Turistico): sentieri facili, adatti a tutti.

E (Escursionistico): percorsi più impegnativi, richiedono un minimo di allenamento e attrezzatura.

EE (Escursionisti Esperti): sentieri difficili, spesso su terreni esposti o accidentati.

Questa classificazione, visibile sui cartelli e sulle mappe, è fondamentale per valutare la propria capacità di affrontare un percorso.

Cartellonistica e tempi di percorrenza cartelli indicano non solo la direzione, ma anche i tempi medi di percorrenza calcolati su una velocità media di circa 4-5 km/h offrendo un’indicazione utile alla pianificazione ed organizzazione dell’equipaggiamento e dello sforzo. Nelle gare di trail running, tali indicazioni si potranno trovare nei road book, in base alla velocità media dell’atleta, si potranno fare delle stime del tempo totale della gara.

Rimanendo in ambito escursionistico, su tali cartelli si troveranno le seguenti indicazioni:

  • Nome della destinazione.
  • Tempo di percorrenza stimato.
  • Quota altimetrica.

Colori: Fondo bianco o giallo con scritte nere o rosse (a seconda del contesto). Alcuni cartelli possono avere anche indicazioni in bianco e blu per i sentieri di tipo alpinistico (EEA o percorsi attrezzati).

Funzione: aiutano ad orientarsi nei punti di incrocio tra sentieri, fornendo informazioni precise sulla direzione e sulla difficoltà.

Sicurezza e consapevolezza: un percorso personale E’ quasi superfluo suggerirvi che la segnaletica non significa solo seguire un percorso, ma anche prendere decisioni consapevoli sulla propria sicurezza. Prima di partire ed anche durante, sarà importante:

Valutare la propria forma fisica: affrontare un sentiero difficile senza l’adeguato allenamento può essere rischioso.

Informarsi sul percorso: consultare mappe e guide, verificando eventuali aggiornamenti sulla percorribilità dei sentieri.

Attrezzarsi correttamente: abbigliamento tecnico adeguato e strumenti come bussola o GPS.

A sensazione, dovrete sempre monitorare il vostro stato di affaticamento, anche in gara nonostante la presenza dei mezzi di soccorso, predisposti dagli organizzatori in punti logisticamente funzionali per coprire ampie zone di territorio coinvolto nella gara, per ridurre i tempi di evacuazione del singolo atleta o di più persone. Meglio andare in un eccesso di zelo, mantenendo sempre un pò di riserve energetiche per rientrare, piuttosto che trovarsi in seria difficolta ed avere la necessità, alle volte anche urgente, di essere evacuati.

Simboli personalizzati o segnavia temporanei

Nelle In gare di trail running o eventi sportivi, si utilizzano spesso segnali temporanei come:

  • Frecce gialle: dipinte o applicate su cartelli.
  • Nastri colorati: legati a rami o pali per segnalare il percorso.
  • Paletti con bandierine o riflettenti: in aree senza vegetazione, come prati o creste montuose.

Indicano un percorso che non rientra nella rete ufficiale dei sentieri, ma che è tracciato per un evento specifico.

Segnaletica delle Alte Vie e delle Vie Ferrate:

  • Segnavia bianco-rosso con numero del sentiero: utilizzato per le Alte Vie o i percorsi lunghi e interregionali.
  • Simboli bianco-blu-bianco: in Svizzera e in alcune aree di confine, indicano percorsi alpinistici.

Segnaletica nei parchi naturali:

Ogni parco naturale può avere un sistema di segnaletica personalizzato; ad esempio:

  • Colori verde e bianco: tipici dei sentieri tematici o didattici.
  • Pittogrammi: animali, piante o simboli locali possono essere aggiunti per caratterizzare un sentiero.

Bollini o simboli di difficoltà

Alcuni sentieri riportano simboli aggiuntivi per indicare il livello di difficoltà:

  • Verde: facile.
  • Giallo: moderato.
  • Rosso: difficile (escursionisti esperti).
  • Nero: molto difficile o alpinistico.

Funzione: permettono di valutare rapidamente il grado di preparazione richiesto.

Concludendo, prendere confidenza con tale segnaletica sarà molto importante non solo in allenamento, ma soprattutto in gara, dove molto probabilmente non si conoscerà il territorio. Sapersi orientare in una situazione semplice, come quella di aver perso la tracciatura della gara, ma soprattutto in caso di infortunio, ridurrà notevolmente il recupero da parte dei soccorritori.

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