La prima volta, si dice che non si scorda mai, ed è stato così anche per me.
Mi ricordo benissimo la prima esperienza di aver partecipato ad una gara locale, in pieno appennino ligure, su quella che doveva essere una gara titolata per il “Gran Fondo Liguria”, serie di gare podistiche che attribuivano un punteggio per scalare la classifica regionale.
Ma questa era differente dalle altre, consisteva di sviluppare un dislivello, imposto dagli organizzatori, prevalentemente su sentiero, che misero in difficoltà molti atleti, abituati a correre su bitume.
La mia prima esperienza di calpestare le rocce invece che il nero asfalto. Nella mia prestazione, di medio basso livello, mi accorsi che avevo un certo istinto naturale nel superare le difficoltà tecniche, veniva naturale trovare istintivamente il posto giusto dove appoggiare i piedi.
La prima volta che in una gara, invece di correre mi sono trovato a camminare, ma fortunatamente non ero solo a provare la sensazione che camminando stavo perdendo posizioni, ma era talmente strana questa cosa di non pensare alla prestazione ma semplicemente raccogliere il piacere del contesto naturale che stavo attraversando.
Era una delle prime giornate di primavera, con temperatura mite e piacevole, che lavava via la fatica. Una volta raggiunta la vetta del percorso, il punto più alto, restava solamente la discesa per ritornare al punto di partenza. Non era una vera e propria gara di trail come la intendiamo noi oggi, e molti dei partecipanti si lamentavano del fatto che fosse pericolosa, che ci si potesse inciampare e farsi veramente male. In questo contesto, al contrario di molti, mi restò estremamente facile scendere attraverso quei boschi, ogni passo era sicuro ed agevole, nessuna percezione di difficoltà, e mi resi conto che stavo recuperando posizioni, arrivando al traguardo in maniera dignitosa.
Questa esperienza mi fece molto riflettere sulle sensazioni che provai, di quella naturalezza nel scendere un sentiero abbastanza tecnico. Vi parlo di un periodo in qui le gare di sterrato di questo tipo, non si potevano ancora considerare “trail” in quanto nessuno all’epoca sapesse cosa fosse.
Da li incominciai un lungo percorso di avvicinamento, o meglio di approfondimento, di quella che da lì a poco, sarebbe stata la mia passione, da cui ho creato una piccola realtà associativa, un Circuito di gare organizzate in Liguria, denominato: Circuito Trail dei Monti Liguri (CTML), dove parteciparono molti atleti regionali ed extra regionali. Riuscii a coinvolgere molti organizzatori e di conseguenza atleti anche di altre regioni.
Era il 2005, di anni oramai ne sono passati parecchi, la mia interpretazione di “trail” si è evoluta in qualcosa che va oltre alle gare ed il cronometro, nonostante che questi elementi restino fissi per misurarmi nelle mie uscite. Ho perso un pò la vena agonistica, ma la passione è sempre in costante crescita. Sono pochissime le gare a cui partecipo, ma ammiro coloro che con la mia stessa passione continuano a mettersi in gioco, ma mi rimane più semplice restare per ora, dalla parte degli addetti ai lavori, un domani chissà.