Il mondo del professionismo entra anche nel trail
Alcuni giorni fa, leggo distrattamente dei nuovi professionisti del trail, o meglio la prima squadra di atleti che avranno uno stipendio, trasformando la passione in lavoro.
Ho compreso che il tutto prende spunto dal mondo del ciclismo professionista; quindi, si sta tentando di portare il trail running in una direzione economica, cosa che per molti anni s’è cercato di tenere fuori per un’etica implicita di questo movimento; quindi, coloro che furono i “garanti” dei no ai premi in denaro, dei no a trasformare il trail in un meccanismo pubblicitario ed economico, stanno cedendo.
Sia ben chiaro, non ci trovo nulla di male in tutto ciò, nessuna critica in particolare, anche perché tutto il lavoro svolto dagli addetti come; preparatori atletici titolati e staff organizzativo, di fatto svolgono un’attività lavorativa, quindi, è corretto che vengano retribuiti!
Ma se ne sentiva la mancanza di un approccio come questo nel mondo trail? Veramente vogliamo portare il trailrunning verso una logica di questo tipo?
Un po’ incuriosito da quello che sono le norme e le regole attuali degli sport professionistici, mi sono trovato davanti una normativa di legge un po’ datata che regolamenta gli sport professionistici per legge (n. 91 del 23/03/1981) in Italia sono:
- Federazione Italiana Giuoco Calcio (F.I.G.C.)
- Federazione Pugilistica Italiana (F.P.I.)
- Federazione Ciclistica Italiana (F.C.I.)
- Federazione Motociclistica Italiana (FMI)
- Federazione Italiana Golf (F.I.G.)
- Federazione Italiana Pallacanestro (F.I.P.).
ma nel 2014, vennero eliminati da tale elenco il motociclismo ed il pugilato, restringendo la cerchia.
Quindi secondo questa legge, tutti coloro che non facciano parte di questo elenco non possono considerarsi “professionisti”, quindi gli atleti di livello mondiale, come i tennisti, motociclisti, sciatori etc… giusto per fare un po’ di esempi a caso, ne sarebbero fuori, anche se di fatto si osserva una altra cosa, senza tenere conto della discrimina di genere di questa legge, che le donne non possono essere professioniste! Potrà sembrare assurdo ma è così, infatti nel 2014 alcune parlamentari italiane, tentarono di sovvertire questa cosa assurda!
Adesso senza entrare nel dettaglio della questione burocratica dei rapporti di lavoro regolamentati dalle sopracitate leggi, ne tanto meno nelle critiche potrebbero emergere, quello che vorrei evidenziare è che l’anima del trail eretta come paladina dell’etica sportiva tout cour, incomincia a scricchiolare.
Certo molti di voi penseranno che prima o poi tutto ciò sarebbe accaduto, che comunque senza denaro non possono realizzarsi molte manifestazioni o progetti, soprattutto quando l’attenzione mediatica è incominciata a salire come gli appassionati, dove non esistono solo gli atleti, ma una marea di persone che lavorano sodo nel backstage, ed è assolutamente giusto retribuirle.
Quindi dove stiamo andando, ma soprattutto il mondo del trail a livello federale a che punto siamo?
Possibile che dal 2015, anno in cui venne riconosciuto il trail come specialità dell’Atletica Leggera, ci siano ancora solo poche voci a regolamento?
Un po’ di nostalgia emerge nel vedere i volti degli atleti delle prime gare di trail e di ultratrail, nei video dell’epoca. Volti un po’ sperduti dove nel giorno successivo all’evento si confrontavano nei vari forum dedicati.
Per i più giovani i “forum” erano i canali “social” dell’epoca, che venivano utilizzati per esprimere pensieri e filosofeggiare su una nuova impostazione di etica sportiva, promuovere gare o altri eventi correlati. Se non erro qualcuno di questi esiste ancora, ovviamente con una partecipazione un po’ ridotta rispetto all’epoca, ma sempre attivi dove si possono recuperare molte info importanti.
A quei tempi la regola aurea era di non elargire premi in denaro per tenere alla larga i “furbetti” del doping, oppure di considerare trail solo quelli che avevano una percentuale di asfalto inferiore al 10% poi aumentata al 20%, cosa che veniva subito criticata dai puristi se si usciva da queste percentuali.
Cosa rimane di questo mondo? Poco e nulla, ma non mi sorprende.
Non voglio fare il vecchio bacchettone, anzi sono il primo a promuoverne l’evoluzione, ma con la giusta misura, raccogliendo le sfumature che questa disciplina conserva e sempre conserverà. Forse sarebbe stato più utile aprire un tavolo di confronto, senza uscire a gamba tesa su questo movimento oramai completamente assorbito dal marketing, come accadde già in passato.
Buona sera!
Mi chiamo Paolo, sono un novizio (10 marzo 2023) della corsa, e inizia ad affascinarmi l’idea di fare Trail. Forse è la passione per la natura, o solo la nostralgia del mio vecchio ma caro lavoro, il giardinaggio. Non ho mai fatto una gara di corsa in vita mia…forse una a 6/7 anni nel paesello dove son cresciuto😁.
Volevo solo partecipare a questa interessante lettura per il momento(le gare di Trail magari mooolto più avanti😅).
Credo che a prescindere dal denaro, dalla gloria o altro, siano le persone interessate a questo sport che possono rovinarlo o proteggerlo. Come tutte le cose d’altronde. Da che parte stiamo?
Grazie Paolo per il tuo intervento, se avessi bisogno di consigli, siamo a tua completa disposizione !
Grazie a voi per la disponibilità e la condivisione di nozioni ed esperienze.