“Hoka Tecton X 2 – Massima potenza sul trail” recita lo slogan Hoka. Ma questa scarpa non è solo potenza.
E’ una scarpa progettata per permettere agli atleti di raggiungere più facilmente il massimo delle loro potenzialità, e mantenerle più a lungo. Ma differentemente da scarpe della stessa categoria, come la Salomon Pulsar Trail Pro 2, la Asics FujiSpeed e la Saucony Endorphin Edge, è una scarpa che può essere domata da tutti, offrendo maggiore protezione anche per chi corre con calma, poggiando di tallone, e può utilizzarla al posto di una Hoka Mafate Speed avendo un livello di ammortizzazione elevato ed una maggior efficacia in fase di spinta, e una maggior agilità data anche dal peso notevolmente inferiore.

Caratteristiche:

Peso: 252gr
Drop: 5mm, 311mm di altezza al tallone
Tomaia Matryx® con Linguetta a soffietto
Intersuola in PROFLY-X™ con Piastre in fibra di carbonio e tecnologia Meta-Rocker
Suola Vibram® Megagrip con Litebase
Lacci in poliestere riciclato

TOMAIA

La tomaia della Hoka Tecton X 2 rispetta i tipici canoni Hoka per le sue scarpe più performanti: materiali resistenti, calzata comoda e salda, leggerezza.

La tomaia ha un profilo basso anche perché il bordo dell’intersuola si innalza a formare un perimetro di contenimento che stabilizza la seduta del piede.

Il puntale è ben rivestito e protettivo (vi assicuro che ho affrontato violentemente diversi sassi e ne sono uscito indenne) con una forma raccolta ma che non comprime le dita dei piedi, l’ho trovata anzi comoda, più comoda rispetto a Mafate Speed ( a cui somiglia parecchio) e specialmente più comoda rispetto alla più stretta Speedgoat.

La struttura del tessuto mono strato è molto fitta, e molto ariosa, e permette un uso anche senza calza, non è affatto scomoda. Rude, giustamente rude, ma non spiacevole.

Il sistema di allacciatura è tradizionale, con lacci in tessuto, con i bordi alti sul collo del piede, riesce a far fasciare le parete laterali in maniera salda, si sente “schiacciare” il piede nella scarpa, non si soffre fastidio dai lacci.

La linguetta è fine, poco imbottita, e dotata di soffietti alterali che la collegano alla tomaia, per stabilizzarne la posizione e rafforzare la tenuta laterale

Il contrafforte tallonare ha una struttura flessibile, con imbottiture minime, rivestimento piacevole al tatto, una linguetta posteriore che avvolge il tendine ma non crea abrasioni (usata a piede nudo).

E’ una struttura quasi minimalista, che favorisce l’agilità del piede, non offre quella presa e stabilità di una Hoka Mafate Speed, che ha maggior imbottiture ed un ulteriore rivestimento esterno che rinforza la conchiglia.

Questo particolare è l’unica cosa che può fare la differenza, al momento della calzata e durante l’uso: ci si sente meno avvolti, e può darsi che sul tecnico chi non ha abbastanza tecnica possa soffrire la minor capacità contenitiva. Ma sono momenti che possono capitare su terreni veramente disconnessi ed instabili.

INTERSUOLA

L’intersuola della Hoka Tecton X 2 mi ricorda molto quella della Hoka Mach 5, la mia Hoka preferita: una scarpa stradale poliedrica, che può essere veloce ed anche lenta, e sempre in maniera piacevole, con un buon grado di ammortizzazione.

La Hoka Tecton X 2, allo stesso modo, riesce ad essere una scarpa veloce e lenta. E riesce ad esserlo in maniera piacevole, con un buon grado di ammortizzazione.

Col vantaggio di una piastra in carbonio che, oltre ad aiutare la meccanica del piede facendogli usare meno forza in fase di spinta – e quindi risparmio di energia – fornisce anche uno scudo contro le asperità del fondo.

Il piede fatica meno e non soffre affatto!

La gomma poi ha un elevato gradi di elasticità, è ammortizzante ma non spugnosa, non fa affondare il piede, rilancia bene la rullata, aumenta così l’efficacia del passo.
Riesce ad essere ben efficace anche in salita, dove permette di correre bene spingendo sull’avampiede.

Accompagna bene la corsa in discesa, permettendo anche un passo poggiato di tallone – cosa che le sopracitate avversarie di categoria non permettono.

Asseconda bene sia una corsa aggressiva che una corsa frenata, ed anche una corsa agile, essendo poco voluminosa e avendo un zona posteriore comunque leggera, nonostante abbia più gomma rispetto alle avversarie.

Occorre andare prudenti nelle discese con fondo molto dissestato, dove difficile un appoggio equilibrato, per quanto la scarpa possa copiare il fondo, può andare in crisi il rapporto piede/scarpa

SUOLA

La suola della Hoka Tecton X 2 è fatta con gomma Vibram con LiteBase, tasselli piccoli e profondi sui 3 millimetri, dal disegno che privilegiamo la scorrevolezza.

La zona mediale non è coperta dalla suola e così come anche alcuni punti esposti della zona avampiede possono presentare segni di contatto col fondo, dopo un centinaio di km, quando i tasselli sono integri e sembrano ancora nuovi!

Anche qui, la maggior superficie della pianta di appoggio – rispetto ad altre piastrate – e la buona capacità della gomma di “incassare” e copiare il fondo, permette un paso sicuro, su tutti i tipi di fondo.

La reputo una suola polivalente, da tre stagioni. I tasselli, almeno rispetto alla Hoka Mafate Speed, sono meno profondi e aggressivi nel disegno, magari meno scorrevoli, ma garantiscono più controllo, per tutti.

CONCLUSIONE

Mi sono divertito parecchio con questa Hoka Tecton X2.

Non mi ci sono buttato a tutta in discesa, ma sono riuscito a procedere con passo fluido ed agile. E dopo il primo scontro, non ho mai avuto paura di sbattere le dita dei piedi contro qualcosa.

E’ una scarpa dinamica, che sicuramente permette agli atleti Pro di affrontare anche 100km o 100Miglia, con fondi strada-sentiero, a gran ritmo.

Una scarpa da Tuscany Crossing ,  non solo per i top runner.

Avessi la capacità di fare 100 o 160km, la preferirei sicuramente alla Hoka Mafate Speed.  Sia in fase di corsa, che in fase di camminata, si sente proprio che la Tecton X 2 è più efficace, più leggera da alzare.

Offre un piacevole contatto a terra, con più spinta.

 

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